I primi Virgolini
Non sappiamo quando i Virgolini si siano stabiliti a Jalmicco e da dove provenissero.
In passato Mario Virgolini (e forse anche altri) si sono rivolti a testi e a studi di araldica e genealogia per sapere quali fossero le origini di questa famiglia. Una delle risposte era stata che i Virgolini, nel Medioevo, erano presenti in Toscana (nel 1202 a Siena), che erano di condizione nobile o civile (erano cioè benestanti), che ancora nel XVI secolo avevano ruoli importanti alla corte dell’imperatore Carlo V e un Edoardo Virgolini aveva preso parte alla spedizione contro Algeri nel 1541 al comando di navi del Granducato di Toscana. Alcuni di questa famiglia si erano trasferiti in Lombardia e nella Repubblica di Venezia nel corso della prima età moderna.
Altre notizie di fonti diverse dicono che un nucleo di Virgolini doveva essere stato presente tra Medioevo ed età moderna a nord di Udine, a Moggio Udinese, dove un toponimo ancora sussiste con questo nome. Ma nel 1400 un “Vragolino” era stato individuato anche nella zona di Nogaredo. Altre indicazioni vogliono che un processo per stregoneria sia stato intentato a carico di un Vergolini (o Virgolin o Vergolino) e di sua figlia tra fine XVI e inizio XVII secolo dal Tribunale dell’inquisizione di Aquileia, a loro che erano abitanti a Oleis, nei dintorni dell’Abbazia di Rosazzo.
Di certo ancora non vi è nulla prima dei documenti che dichiarano che, sul finire del XVII secolo, i Virgolini erano presenti a Jalmicco e forse anche nei paesi vicini.
Il 24 ottobre 1683 Giacomo e Giuseppe Virgolini, figli di Giovanni, vendono un pezzo di terra arativa posto nel territorio di Nogaredo in località “la braida in via di Jalmicho” per un totale di due campi al signor Marco Delli Nepoti al prezzo di ducati 90, lire 5 e soldi 4 (Archivio di Stato di Gorizia, Notaio Leoncini Carlo, busta 9, fascicolo 106, carta 138).
Questi fratelli sono possidenti perché vendono della terra a un Delli Nepoti che, già allora, era un medio-grande possidente della zona (e lo sarà ancora di più nei secoli successivi). “Vendono” perché forse sono in difficoltà e vendono ad uno che è già proprietario di molti beni e che si sta espandendo anche nei dintorni di Jalmicco.
Non è da escludere che questi Virgolini siano diventati poi affittuari dei Delli Nepoti.
Se si potesse estendere la ricerca sui registri parrocchiali delle zone intorno a Jalmicco si troverebbero diversi Virgolini presenti in quel territorio tra il Milleseicento e il Millecettecento.
Negli anni 1720-1725 troviamo un Giuseppe Virgolini che vive a Palmada e che è sposato ad una Lucia con la quale ha messo in piedi una famiglia della quale hanno fatto parte un Giacomo (nato nel 1726 e morto poco dopo), un Giorgio (nato nel 1728 e anche lui morto subito), un altro Giacomo nato nel 1731, un altro Giorgio nato nel 1733, una Valentina nata nel 1736 e un Giovambattista nato nel 1739 (Archivio parrocchiale di Sevegliano, Registro dei battesimi, n. 7).
Nel 1773 don Stefano Vergolin di Palmada va a confessare a Jalmicco, dopo aver avuto il permesso del parroco di Palmada il quale – ancora in quegli anni – aveva giurisdizione su Palmada, Sevegliano, Sottoselva e metà di Jalmicco, la parte “al di sotto della strada” come si esprimeva un documento del tempo (Archivio parrocchiale di Sevegliano, Cartella 1, “Per Jalmicco”).
Nel novembre 1766 un Antonio Virgulin figlio di Giuseppe di Jalmicco sposa Antonia, figlia di Bernardino Macor abitante a Sottoselva. Il rito avviene nella chiesa dei SS. Sebastiano e Rocco davanti a don Giovanni Battista Strassoldo, parroco di Palmada (Archivio parrocchiale di Sevegliano, Registro dei matrimoni, n. 9).
Gli stretti rapporti che c’erano nel XVII e nel XVIII secolo tra Palmada e Jalmicco meritano una spiegazione.
Jalmicco era sul confine tra la Repubblica di Venezia e l’Impero asburgico come si dirà meglio nelle pagine che seguono. Ma fino al 1751 aveva fatto parte del Patriarcato di Aquileia dal punto di vista della giurisdizione ecclesiastica. Dopo quella data, la parte a nord-ovest del paese fece parte della Arcidiocesi di Udine e la parte a sud-est della Diocesi di Gorizia.
Se fino al 1751 Jalmicco era, dal punto di vista della giurisdizione ecclesiastica, nell’orbita di Trivignano Udinese, dopo quella data in parte dipese da Palmada. E i registri parrocchiali di Palmada sono stati conservati nell’Archivio parrocchiale di Sevegliano fino a data recente (ora dovrebbero essere conservati presso la Forania di Palmanova).
